| 

Un caffè con l'autore: Miriam Ballerini "Come impronte nella neve" il 15/7

2017_caffe_con_autore_BalleriniIl secondo incontro della rassegna “Un caffè con l’autore“, nella suggestiva location della “Sala del Camino” al Castello Visconteo di Fagnano Olona (piazza Cavour), è passato in compagnia di Miriam Ballerini per la presentazione del libro “Come impronte nella neve“, pubblicato da Kimerik Editore. Intervistata da Fausto Bossi, giornalista e socio onorario della Pro Loco fagnanese, la Ballerini ha raccontato al pubblico i passaggi salienti del suo ultimo romanzo, rendendosi disponibile a rispondere alle domande che i presenti volessero rivolgerle. Il romanzo è l’esito di una lunga ricerca dedicata dall’autrice a censire, analizzare e interpretare gli sviluppi della vita nel suo perenne scorrere, con le sue ricadute, con i pericoli e i rischi, ma soprattutto descrive la capacità di modificare i nostri corpi e le nostre anime, rendendo possibile alla vita, di iscrivere una nuova capacità di cucirci addosso. Zeljka la protagonista del romanzo, ci racconta la sua di vita: ribelle, possessiva, passionale. Lei una donna orgogliosa e indomabile. Sarà sopraffatta dalla violenza e tradimento. Ma è anche la descrizione di un’occasione di riscatto, la scoperta dell’amicizia e soprattutto, dell’amore che, si rivelerà più forte delle distanze, degli eventi che si presentano negli anni. L’autrice esprime attraverso paesaggi molto lirici, la lacerazione di una donna che si accorge di essere guidata dal proprio desiderio di felicità e dalla paura che una volta raggiunta, questa possa sfuggirle dalle mani. In un linguaggio elegante e suggestivo prende forma un romanzo avvolgente, duro, commovente e disincantato allo stesso tempo. Uno stile capace di penetrare le piaghe dell’animo. Ogni impronta a suo modo tocca le corde più profonde dell’io, offrendo spunti di riflessioni sui temi chiave dell’esistenza.

“Come impronte nella neve” vuole essere un libro che faccia tabula rasa dell’avere, volgendo un occhio attento all’essere, tramite le storie dei vari protagonisti. Non vi troverete storie di grandi uomini, ma vite di persone normali; anche di chi è sotto la soglia della normalità.

[gallery link="file" columns="4" ids="6483,6477,6478,6479,6482,6480,6481,6603"]

«Il taxi si lasciò alle spalle la città e la pioggia. La radio accesa starnazzava le notizie del giorno, nelle quali non mancavano i vari attentati dinamitardi da pare dell’Isis. Solo il mese prima avevano terrorizzato Parigi, uccidendo innumerevoli persone innocenti. Il tassista indicò la radio con un dito: «Questi non sono uomini, sono bestie». Zeljka sorrise amara: «Già»». La protagonista di questo nuovo romanzo è proprio Zeljka, una ragazza inerme, la quale si trova a fare i conti con il fenomeno sociale dell’immigrazione, del razzismo, della fobia sociale inversa, cioè rivolta all’altro, visto sempre come alieno. Come sottolinea una nota sull’arte della Ballerini: «Non vi troverete storie di grandi uomini, ma vite di persone normali; anche di chi è sotto la soglia della normalità». Miriam trova ispirazione nella storia degli ultimi, degli emarginati, dei carcerati, delle donne indifese. Anche in questo caso «inevitabile è stata l’associazione con le storie di donne maltrattate, stuprate, uccise, che troppo spesso riempiono i nostri telegiornali». In questo senso la storia di Zeljka si ricollega a quella di un “Diario di una ragazza del sud”. Protagonista è sempre una donna indifesa, inerme, che deve far fronte alla violenza, anche se poi tutta la trama non si conclude necessariamente in femminicidio. La storia di Zeljka, la protagonista del romanzo – non è horror, giallo o nero o rosa -, ma si iscrive in questa mentalità svelante. La letteratura ha a che fare con la verità, la dice anche in maniera figurata, ma la dice: e la verità spesso fa male! Se non emerge una vittima di femminicidio, si ha un altro femminicidio, fatto non di spargimenti di sangue, di morti, ma di mortificazioni continue, di abbattimenti psicologici. La denuncia sociale diviene molto più sottile: il razzismo, il femminicidio si consuma nella quotidianità, diviene martirio sociale.

Leggi la recensione su “La biblioteca di Katia

Note sull’autrice: Miriam Ballerini è nata a Como il 28 ottobre 1970. Residente ad Appiano Gentile, scrive dall’età di dodici anni. Nel 2002 ha pubblicato il suo primo romanzo. Ha ricevuto vari riconoscimenti. Tra le sue opere ricordiamo: “Il giardino dei maggiolini” (2002); “Dietro il sorriso del clown” (2003); “La casa degli specchi” (2004); “Bassa marea” (2005); “Fiori di serra” (2008); “L’ultimo petalo” (2011); “Diario di una ragazza del sud” (2015).

In tutti questi anni Ballerini ha scritto cercando di dare voce agli ultimi, romanzando storie di attualità per fare avvicinare il pubblico a diverse tematiche. Ad esempio al carcere, o alle malattie mentali. Molti sono stati i riconoscimenti ottenuti, alcuni all’estero, e le soddisfazioni giunte dai lettori e dai critici del settore. L’autrice comasca non si ritiene a nessun punto d’arrivo, ma solo di partenza. C’è sempre da imparare, da crescere, da evolvere.

RASSEGNA STAMPA

[gallery link="file" columns="4" ids="6437,6466,7052,7053,7054,7055,7056"]]]>